domenica 28 novembre 2010

Amm' a survaivor

Tipo che non capisco il tizio di Wild, quel naturalista che ogni volta tenta il suicidio autosparandosi nel deserto con la borraccia di barbie e gli occhiali da sole comprati dal cinese sotto casa.
Disce che ci insegna i modi per sopravvivere in caso di necessità, ad esempio se ti perdi nella giungla caraibica (cose che capitano eh).
Be', l'altra sera si è buttato da un elicottero in mare aperto (chi non lo fa?) e in neanche un'ora ha nuotato in mezzo agli squali, è giunto a riva, si è costruito una barca con i fustini del Dash, ha rinuotato in mezzo agli squali (perché se lo fai un numero pari di volte gli squali dicono, ehi, è l'imbescille di prima lasciamolo perde), è giunto dall'altra parte dell'isola ma – attenzione attenzione – c'era una foresta di mangrovie, allora lui con il suo coltellino dell'Ikea sfrakke e sfrikke le ha tagliate, poi si è ritrovato – toh, ma guarda un po' – nella giungla e siccome c'erano un cifrone di zanzare si è impastato la faccia con il fango (versione puzzolenta e naturale di Off né punti né unti), poi con un cactus ha creato un bicchiere per bere e con la foglia di una pianta dal nome latino di facile memorizzazione si è fatto dei parastinchi perché ehi, non dimenticatevi che ci sono dei bruchi mille zampe con degli artigli velenosi, ma se vedono che portate i calzini di foglie dicono questo è uno furbo, lasciamolo perde (cfr gli squali). Poi ha camminato e camminato, è giunto presso un canyon, ha trovato un gamberetto e se l'è magnato così, tutto intero e pure vivo perché nella giungla non c'è tempo da perdere, poi ha scalato una parete a mani nude, ha nuotato controcorrente, si è aggrappato a una liana, si è slogato una spalla ma lui no, forza forza scala scala, cammina cammina cammina... e finalmente è arrivato all'Hotel Curaçao dove è stato accolto al ritmo della Colita.

Ecco, non credo che mi succederà mai una cosa del genere. Piuttosto, cari autori, troverei utile un programma su come sopravvivere a una riunione di condominio (lancio delle dentiere incluso).

Cordiali saluti,
Blaz



giovedì 11 novembre 2010

Sei pera o patata? (EH?!)





"Stiamo parlando di fondoschiena che, per i creatori del Wonderbum, sono assimilabili (per aspetto e caratteristiche) a frutti e ortaggi. Secondo le loro ricerche, il 45% delle donne sarebbe "pomodoro", il 30% "patata", il 15% "pera", e il restante 10% "pesca". Tante forme diverse per un gioco divertente che non prende in considerazione il rigido e vetusto regime di taglie." (Qui la perla).


Oh be', sono ricerche importanti, sìssìssì.
Anche io mi stavo chiedendo se il vostro cervello di totali beoni è a forma di cachi o di mela cotogna.
Proprio così si liberano le donne dal rigido regime del culo di Beyoncé, proprio così. Non portando avanti l'idea che non è il culo che conta (dea bendata a parte), ma dicendo loro, ehi, culo a prugna, mi piaci! Soprattutto se censuri la prugna con un tubino di taffetà, grazie.
Si parla di cose importanti, mica di cavoli a merenda.

E ora io e il mio culo a cocomero ce ne torniamo a lavorare, ciao.

sabato 6 novembre 2010

compra una vocale

Non trovo mai le parole giuste per spiegare il mestiere che faccio.
Per carità, ci sono tanti lavori che la gente non capisce al volo, ma quello del redattore lascia sempre nello sguardo dei miei interlocutori un alone di perplessità grosso quanto la marea di petrolio nel Golfo del Messico (e, attenzione attenzione, più scendo nei dettagli più l'alone si allarga).

Che lavoro fai?

Il redattore.

...?

Cioè, lavoro in una casa editrice.

Ah! Scrivi libri?

Ehm, no, quelli sono gli scrittori.

Ah.

Io li correggo e li impagino.

...!

Cioè, li preparo.

Ah! Li stampi!

Ehm, no, quello è il tipografo. Io li correggo e uso un programma per "renderli" libri

(sguardo vacuo).

Capito. Senti, io c'ho 'na scritta da stampare su una maglietta, è per un regalo, non è che tu...?

-_- Ok, ti mando da uno stampatore amico mio.

Grande! Allora ci vediamo, eh!

...

Poi c'è mio zio che ogni volta mi chiede se per cortesia azzio che me fai ste du' fotocopie, ma vabbè.

venerdì 5 novembre 2010

e niente

Allora avevo un sacco di cose da dire ma c'ho messo due ere glaciali a creare la mia pagina che tutto quello che era dentro è rimasto lì, come una bigbabbol sotto al banco della scuola. Appena si stacca parlo, eh.