giovedì 17 febbraio 2011

Cretineria cretineria canaglia

Il male vince sempre.
Per quanto possa sembrare sentenzioso, questo è.
Per quanto mia nonna si sia prodigata a inculcarmi il principio per cui i giusti trionferanno (e lo ha fatto con proverbi e storielle raccontate rigorosamente in dialetto marinese, la cui comprensione era spesso esclusa ai più – e i più erano i miei cugini romani), bè la mia povera nonna, anche lei, sapeva bene che così non è.

Perché il male è intelligente e nella sua somma intelligenza si manifesta sotto forma di cretineria.
Il cretino, si sa, un po' ti fa anche pena.
Quante volte hai detto, bè, porello, quello è cretino.
È bella, ma è così cretina.
Poveri cretini, perché non sanno quello che fanno (lo dice anche Gesù).

Ed è là che ti fregano.
Il cretino ti muove a compassione, pensi che spari fregnacce solo perché non ci arriva, che non abbia mantenuto la parola perché soffre di una grave forma di amnesia compulsiva ancora non scoperta.
O che si comporti da farabutto perché non ha avuto, lui, poverino, una nonna che mentre sputacchiava semi di mandarino andato a male (perché «in guèra 'nse butta gnente») gli insegnava a seguire il bene e la giustizia.

E ci sono diversi tipi di cretino.

C'è il cretinus paraculus:

«Avevo detto che sì, erano 1000 euro per questo lavoro che hai svolto, ma volevo dire 500».
«Ma tra 500 e 1000 c'è una bella differenza»
«Ehm, scusa soffro di un grave disturbo di moltiplicazione compulsiva, penso 10 e dico 20, è incurabile»
«Ah, mi spiace, poverino».

 Oppure:

«Ah, non avevi detto 500 euro? Scusa, soffro di un grave disturbo all'udito, si chiama frehehgùz»
«Cosa hai detto?»
«Lo vedi, forse ce l'hai pure tu, è terribile».


C'è il cretinus ridens:

«Bè, la questione è ben più complessa, non dimentichiamoci che nel decreto...»
«Ahahahaha! Fai schifo, pappappero! Non puoi dire decreto, c'hai l'occhi appalla, paraponziponzipò»
«Ma come si permette, scusi!?»
«Io dico quello che me pare, e voi puzzate tutti, zozzi communisti»
«Ma cosa c'entra la politica, questa è una riunione di condominio!».


C'è il cretinus cazzarus:

 «Scusi, c'ero prima io in fila»
«Ma cosa dice, come si permette, c'ero prima io»
«Ma ho il numeretto: io ho il 95 e lei il 99, per cui...»
 «Non è vero, questo è un 66»
«Ma c'è un segno che ne indica il verso»
«Quella è una caccola»
«Ma non è vero, vede, non si stacca!»
«Ho le caccole adesive, e per questo sono pure invalido civile».


Poi c'è il caso di cretineria congiunta, in cui si mescolano il ridens, il cazzarus e il paraculus, andando a creare il summus cretinus che spesso ricopre anche ruoli di leadership non indifferenti.

Come combattere tutto questo?
Ecco, io prima ritenevo che con la dialettica, il confronto, in due parole con un comportamento retto ed equilibrato si potesse contrastare la cretineria.
E invece no, scordatevelo.
Ci sono casi in cui la violenza è legittima, e ve lo dice un'agguerrita pacifista.


Qualche esempio:

«Avevo detto che sì, erano 1000 euro per questo lavoro che hai svolto, ma volevo dire 500»
«Ma tra 500 e 1000 c'è una bella differenza»
«Ehm, scusa soffro di un grave disturbo di moltiplicazione compulsiva, penso 10 e dico 20, è incurabile»
«Bam, sdang, crash! »
«Ma, mi hai distrutto la macchina?!»
«Eh, soffro di un grave disturbo di fracassamento-macchine-altrui compulsivo. Dicevamo, mi devi 1000, vero?»
«... Certo».


«Scusi, c'ero prima io in fila»
«Ma cosa dice, come si permette, c'ero prima io»
«Ma ho il numeretto: io ho il 95 e lei il 99, per cui...»
«Non è vero, questo è un 66»
«Ma c'è un segno che ne indica il verso»
«Quella è una caccola»
«Come questa?»
«Guardiaaaa, la signorina mi ha tirato una caccola nell'occhioooo».


Ecco, è semplice.
Se poi non ve la sentite – causa ottimi princìpi o pressione bassa – di abbracciare la teoria dell'occhio x occhio, o peggio due costole + bacino fratturato x occhio, basterà istituire una squadra di supereroi addetti all'eliminazione del cretino in difesa del cittadino. Un po' come Normalman, ma più agili e con meno peli.

Dice, la violenza non è una soluzione.
Ma anche mia nonna quando sparavo balle mi tirava un pizzone in piena faccia. E con il ditale da sarta, per giunta.


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